Ascai si confronta sulla professione

Ruolo multitasking
per il Comunicatore d'Impresa


A ROMA SUMMIT DELLE ASSOCIAZIONI DEI PROFESSIONISTI DELLA COMUNICAZIONE
PROMOSSO DAL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE GIORNALISTICA


Roma, 24 novembre 2015 - Il Centro di Documentazione Giornalistica, in collaborazione con Il Chiostro trasparenza e professionalità delle lobby, ha organizzato una tavola rotonda sui temi della comunicazione e delle relazioni pubbliche. L’evento si è svolto dalle ore 9.30 alle 13.15, presso l’Aula Mauro Wolf del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell’Università la Sapienza, in Via Salaria 113 a Roma.

La proposta di una 'casa comune'  
Le professioni nate per creare “un sistema di relazioni” sono tante, diverse, sempre più specializzate e investono un universo di oltre 100 mila esperti: senza voler cercare una “casa” comune, relazioni pubbliche, relazioni istituzionali e comunicatori sono alle prese - con modalità diverse - con il riconoscimento pieno del proprio profilo professionale.
Un tavolo d’incontro pensato per mettere insieme le diverse professionalità e le relative associazioni di categoria può rappresentare un utile momento di confronto e dibattito ma può anche costituire, favorendo le autonomie e le specificità, un prezioso punto di partenza per fare sistema e per verificare la possibilità di percorsi e istanze condivise.

Ascai tra i partecipanti
All’incontro, aperto dai saluti di Mario Morcellini (Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale de La Sapienza) e moderato da Enrico Cogno, oltre al Presidente di Ascai, Maurizio Incletolli, hanno partecipato: Marcella Cardini (Direttore del Centro di Documentazione Giornalistica), Giuseppe Mazzei (Presidente de Il Chiostro trasparenza e professionalità delle lobby), Toni Muzi Falconi (Docente di relazioni pubbliche, comunicazione globale e interculturale. Senior counsel di Methodos), Antonio Ferro (Socio Assorel), Erica Lo Buglio (Membro del Consiglio Direttivo Unicom), Giancarlo Panico (Delegato editoria, informazione e comunicazione Ferpi), Pier Carlo Sommo (Segretario generale Comunicazione Pubblica) e Renato Vichi (Responsabile media relations Italia Unicredit).


Proponiamo di seguito alcuni passi dell'intervento svolto da Presidente di Ascai a sostegno della costituzione di un tavolo permanente di confronto tra le principali Associazioni di rappresentanza della categoria dei comunicatori italiani.

Questione di identità
"Il comunicatore d’impresa ha alle spalle una lunga storia che trae le sue origini - come la stessa Ascai - dalla nascita dei giornali aziendali. Pensate che il primo house organ fu sfogliato nel 1895. Si chiamava “La riviera ligure di ponente” e a volerlo fu la premiata ditta olearia “Sasso e figli” nella città di Oneglia. Da allora, di acqua ne è passata molta sotto i ponti. Tanto che oggi sorrideremmo sfogliando quelle pagine e rileggendone i contenuti …
Ma sta di fatto che a quanti comunicano nell’impresa e per l’impresa – non importa se verso i dipendenti, verso stakeholder esterni all’azienda o, più in generale, verso l’opinione pubblica – è sempre stato riconosciuto un unico comune denominatore professionale: svolgere, sia pure a diverso titolo, un’attività giornalistica a tutti gli effetti.
Dobbiamo allora chiederci se il comunicatore d’impresa debba ricondursi in primis sotto l’alveo di un ordine professionale (quello dei giornalisti per intenderci) con i pro e i contro che questo comporta. O se vada affidato alle cure di un ente di certificazione, – così come vorrebbero norme più recenti (legge 4/2013 e al D.lgs 13/2013) che lo collocano tra le professioni non regolamentate.
Terza via, infine – quella che Ascai sostiene da sessant’anni – se non sia più efficace mantenere la formula di un libero associazionismo che curi l’identità e la crescita professionale di figure peculiari come quella del comunicatore d’impresa, soprattutto attraverso la riflessione e il confronto di esperienze che, alla fine, è ciò che fa la reale differenza. Soluzione questa che non pregiudica certo iniziative di scambio, come quella odierna, e di collaborazione con gli altri organismi di rappresentanza della categoria, quali Ferpi, Assorel e Comunicazione pubblica".

La sfida tecnologica
"Sappiamo quanto la proliferazione e la continua trasformazione dei media stia fortemente condizionando skills e competenze del comunicatore, mettendone in discussione le potenzialità e perfino il ruolo. Un problema che si amplifica per chi la comunicazione la fa in azienda, dove sono spesso le policy interne a prevalere sui bisogni reali di informazione dei destinatari.
I comunicatori interni, al pari di altri colleghi della categoria, sono comunque chiamati a padroneggiare le nuove tecnologie dell’informazione. Ma non è facile, perché l’eccesso di offerta di strumenti genera facilmente sovrapposizione dei canali d’ascolto e conseguente opacità dell’informazione. E’ ciò che avviene nella grande Rete. E questo un’impresa non se lo può permettere! Specie per quanto riguarda l’area critica dei social media.
La comunicazione interna è considerata una leva strategica per il buon andamento dell’impresa e l’adozione dei social in azienda necessita di regole di governo più stringenti e meno garantiste di quanto avviene fuori dell’azienda. L’assenza di regole (leggasi i casi facebook, twitter, o WhatsApp …) non può essere una regola per le imprese.
Non basta allora prendere autonomamente confidenza con i nuovi canali social. Occorre un aggiornamento professionale continuo: per junior e senior, senza distinzioni. E non è sufficiente seguire i trend e le soluzioni adottate dalla grande informazione: la comunicazione interna ha caratteristiche e peculiarità che richiedono una formazione specifica e, soprattutto, occasioni di benchmark come quelle che Ascai propone ogni anno - e da moltissimi anni - con continuità e ottimi risultati".

Il contesto aziendale
"Una questione cui l'Associazione dedica sempre molta attenzione è di ordine, per così dire, ambientale, di contesto con riferimento alla funzione esercitata dal comunicatore interno. Non sono infrequenti i casi in cui la comunicazione azienda-dipendente viene relegata al ruolo di ‘ancella’ rispetto ad altre attività di comunicazione, che certi vertici considerano il vero core business dell’impresa. Ne discende che non è sempre facile il dialogo con altre funzioni aziendali (Hr, sistemi informativi, marketing, media relation, Csr…) che, per motivi diversi e forti del commitment, definiscono strategie e modalità di comunicazione verso i dipendenti, pur non vantando opportune conoscenze e abilità. Una convivenza quindi non sempre agevole, che il più delle volte i comunicatori interni sanno tuttavia affrontare affidandosi al loro know how in termini di relazioni interpersonali e alle qualità di sapienti mediatori dell'informazione, competenze specifiche che possiede soprattutto chi abitualmente 'vive l'azienda' in senso stretto, a contatto con le persone e con le loro esigenze reali di comunicazione.
Ancor più oggi che per le imprese, come per la comunicazione, la parola d'ordine è 'cambiamento', il comunicatore interno può e deve avere una marcia in più, per comprendere e padroneggiare nuovi modelli e mezzi di comunicazione, facendo in modo che si connettano e si leghino al sentiment, ai diversi linguaggi e ai tempi di lavoro delle persone".
"Sono queste a mio avviso alcune delle questioni principali da affrontare insieme con le Associazioni della categoria, a partire dall’autorevole incontro di oggi. Perché se non parte da noi la convinzione e l’iniziativa di abbattere gli steccati di una parcellizzazione della professione saranno ormai gli eventi a decidere per noi.  E non possiamo consentire che questo accada. Evitarlo significa prendere le mosse da un nuovo concetto di ecologia – più che di deontologia - della comunicazione e valorizzare emozioni e sensibilità dei nostri destinatari finali: quei consumer dell’informazione, ormai dominati dal fenomeno dell'embedded life e dalla tendenza delle persone ad essere sempre in comunicazione tra loro, ma sempre più protagoniste di una comunicazione individualista".

Nel corso del convegno è stata presentata la nuova pubblicazione di Agenda del Giornalista-RP Contact “Il principale strumento professionale per la comunicazione, le relazioni pubbliche e istituzionali”, nella quale è ovviamente presente la nostra Associazione.