Gruppo di Fiesole

Comunicatori a lezione di Creatività collettiva


IN HOUSE MEETING 2018
fINTECH DISTRICT SELLA HOLDING - MILANO

INCONTRO ESCLUSIVO CON IL PROF. DOMENICO DE MASI PER RIFLETTERE SU UN ASPETTO DELLA PROFESSIONE DA CUI PUO' DIPENDERE IL SUCCESSO DI OGNI TEAM DI COMUNICAZIONE AZIENDALE

(Milano, 12 dicembre 2018) Per i comunicatori aziendali, la cui professione si distingue da sempre per attività di tipo intellettuale, spesso creativa, la quantità e la qualità del prodotto dipendono dalla motivazione e dalla possibilità di operare in quella felice condizione che Domenico De Masi ha definito provocatoriamente “ozio creativo”. Non si tratta di pigrizia o disimpegno ma di quello stato di grazia, comune a molte attività intellettuali, che si determina quando le dimensioni fondamentali della nostra vita attiva - lavoro per produrre ricchezza, studio per produrre conoscenza, gioco per produrre benessere - si ibridano e si confondono consentendo l’atto e il prodotto creativo.
E' muovendo da queste convinzioni che Ascai ha rinnovato il ciclo di incontri periodici con l'illustre sociologo, organizzando un nuovo seminario esclusivo dedicato agli Associati e, in particolare, ai partecipanti all'edizione 2018 del meeting di Fiesole.
L'evento formativo presso il Fintech District di Banca Sella Holding, preceduto da una lectio magistralis di De Masi, di cui pubblichiamo a fianco il testo integrale, si è concentrato su un'analisi e riflessioni condivise da tre diversi gruppi di lavoro (nella foto a fianco) su altrettanti casi di studio che rappresentano l'esempio di alcune tra le più importanti testimonianze raccontate dal sociologo nella sua opera 'L'emozione e la regola' (Ed. Rizzoli), da considerare sicuramente una pietra miliare tra le pubblicazioni che affrontano il tema della 'creatività collettiva'.
Di seguito in estrema sintesi una descrizione, tratta dal libro di De Masi, delle tre best practice analizzate dai Soci Ascai a Milano. Tutte con caratteristiche e peculiarità che hanno stimolato un vivo dibattito tra i partecipanti al meeting Ascai, aiutando a comprendere come meccanismi organizzativi possano operare con successo se caratterizzati da una forte valenza creativa. 

LA STAZIONE ZOOLOGICA DI NAPOLI
Questa istituzione, prima assoluta del suo genere in ordine di tempo, è stata il centro più importante di studi biologici esistente al mondo alla fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, e resta tuttora uno degli istituti internazionali più accreditati per lo studio della biologia, della fisiologia, della biochimica, della zoologia, della chimica fisiologica, dell'embriologia, della neurologia, della storia e filosofia delle scienze biologiche,
L'avventura scientifica di Anton Dohrn, un biologo tedesco che scelse Napoli come sede dei suoi studi e come luogo in cui realizzare un grande sogno intellettuale e civile: la fondazione di un istituto biologico dove studiosi di tutto il mondo potessero liberamente svolgere le proprie ricerche, senza intralci burocratici e accademici, fruendo di aiuti finanziari, attrezzature, libri, materiali e consigli, senza nulla dovere in cambio, eccetto il proprio impegno in favore del progresso scientifico.
La Stazione Zoologica di Napoli costituisce un esempio straordinario di organizzazione postindustriale realizzata in piena epoca industriale e in una città che, per molti versi, era ancora preindustriale. 

IL GRUPPO DI VIA PANISPERNA
La storia del gruppo di via Panisperna è universalmente nota. Enrico Fermi, che ne è stato ispiratore e artefice, nacque nel 1901; a 14 anni, per puro caso, appurò la sua passione per la fisica; a 25 ottenne la cattedra di fisica teorica all'università di Roma; a 33 anni segnò l'inizio dell'era nucleare scoprendo con quale effetto un fascio di neutroni rallentati può dare origine all'instabilità dei nuclei; a 37 anni ebbe il premio Nobel.
Quando la grande scoperta fu effettuata, nell'ottobre del 1934, i collaboratori di Fermi erano tutti assai giovani: Franco Rasetti e Carlo D'Agostino avevano anch'essi 33 anni, Emilio Segrè ne aveva 29, Ettore Majorana (che già da qualche tempo si era appartato dal gruppo) 28, Edoardo Amaldi 26, Bruno Pontecorvo soltanto 21.
L'intero «progetto», che fu poi coronato dalla sensazionale scoperta, coprì un arco di cinque anni - dal 1929 al 1934 - quasi tutti assorbiti dalle tappe preparatorie; la vera e propria fase di produzione creativa durò solo pochi mesi, dal gennaio all'ottobre 1934.

LA SCUOLA BIOLOGICA DI CAMBRIDGE
"Se la soluzione fosse venuta fuori pezzetto a pezzetto, e non in una fiammata di comprensione, essa sarebbe allora ancora un episodio importante nella storia della biologia, ma un po' più nell'ambito delle cose di tutti i giorni. Qualcosa di splendidamente fatto, ma non fatto in stile grandioso e romantico". Così il Nobel per la medicina Peter Medawar scrive a proposito dell'avventura scientifica che, nella primavera del 1953, consente a due ricercatori allora sconosciuti di svelare il segreto dell'origine della vita.
L'idea di risolvere la struttura del Dna nasce alla fine del ' 51 in un piccolo laboratorio - quello di cristallografia - del Cavendish Institute di Cambridge dalla fervida collaborazione di Francis Crick e James Watson, che il 25 aprile del '53 propongono alla comunità scientifica, con uno stringato articolo su «Nature», l'epilogo di una vicenda dal ritmo assai sostenuto: la struttura cristallina dell'acido desossiribonucleico e l'esistenza di un «possibile meccanismo di duplicazione del materiale genetico.

Domenico De Masi ha dedicato molte ricerche all’attività creativa e soprattutto alla creatività di gruppo. Definisce la “creatività” come una sintesi di fantasia (con cui si elaborano nuove idee) e di concretezza (con cui le nuove idee vengono tradotte in realtà).
Definisce “genio” una persona dotata di forte fantasia e, insieme, di forte concretezza. Ritiene, inoltre, che essendo rari gli individui geniali, il loro ruolo può essere svolto dai “gruppi creativi” in cui convergono personalità molto fantasiose (anche se poco concrete) e personalità molto concrete (anche se poco fantasiose).
Affinché concreti e fantasiosi possano collaborare creativamente, occorre che condividano la stessa mission, che siano motivati a raggiungerla, che siano guidati da un leader carismatico capace di imprimere entusiasmo al gruppo.