Dagli Angeli del Fango agli Angeli 4.0
In occasione del 50°Anniversario dell'alluvione di Firenze (4 novembre 1966/2016) Ascai e le principali associazioni della comunicazione hanno deciso di offrire un importante contributo alla divulgazione di un evento che chiama a raccolta tutte le aziende che hanno partecipato a diverso titolo alla salvaguardia di un eccezionale patrimonio storico ed artistico con interventi a tutela delle opere sottratte alla terribile distruzione del '66
"Le persone hanno il diritto di sapere, con modalità continuamente aggiornate, lo stato dei rischi ambientali del territorio, di conoscere i comportamenti necessari per prevenire l’attuarsi dei rischi e, quando questi diventano crisi, le modalità più efficaci per ridurne gli impatti negativi. La responsabilità di questi flussi comunicativi spetta non soltanto alle organizzazioni pubbliche ma anche a quelle private e sociali. Il corpo di conoscenze globali afferma oggi che: a) i flussi comunicativi sono strumenti per sviluppare sistemi di relazione resilienti; b) la comunicazione destinata a prevenire, governare e ridurre gli impatti ambientali è efficace soltanto se e quando non è verticale (alto>basso o basso>alto) ma bidirezionale e simmetrica (pari>pari)" (Tony Muzi Falconi e Bart de Vries - MIilano 5 febbraio 2016)
PER LE aziende ascai che vogliono raccontare la loro esperienza
Le grandi alluvioni del 1966 divengono occasione per un confronto, oggi sempre più di drammatica attualità su prevenzione, emergenza e resilienza. Sostenibilità ambientale e culturale, incardinate sulla parola chiave solidarietà, divengono i campi di investigazione tra territori, associazioni e imprese per condividere percorsi e affrontare il futuro.
I nuovi Angeli del Fango 4.0 sono i giovani, creatori e diffusori di memoria viva/living memory con hub a Firenze e network in tutto il mondo.
Un Museo reale e virtuale
Nell'ambito del Progetto Firenze 2016, 'Memoria Viva', questo il nome dell'iniziativa, si svilupperà come Museo reale e virtuale multilingue e partecipato, community di communities, virale e inclusivo per sviluppare culture di sostenibilità. Grandi partner i Media e le Reti della conoscenza, Università, Archivi, Associazioni, Fondazioni.
Un ruolo decisivo sarà delle imprese e dei comunicatori più vicini all’innovazione e alla comunicazione sociale. Per questo Ascai ha voluto partecipare attivamente a una splendida iniziativa per chiamare a raccolta tutte le aziende associate in grado di portare una testimonianza del loro contributo offerto per la salvaguardia di un eccezionale patrimonio storico ed artistico con interventi a tutela delle opere sottratte alla distruzione del terribile evento del 1966.
Il 5 febbraio la Prima tappa del Progetto al Politecnico di Milano Piazza Leonardo da Vinci, 32 Aula Osvaldo De Donato - Edificio 3, Gino Cassinis.
Memoria di ieri, Memoria di oggi
Le alluvioni del 1966 allagarono circa i tre quarti del territorio di pianura della Toscana per circa 1.500 km2. Non solo Firenze e l’area fiorentina ma Grosseto, Pisa, il Valdarno, Pontedera, Castelfiorentino il Casentino hanno sperimentato la pericolosità dell’acqua.
Il mondo intero raccolse il grido di aiuto che si levò: oltre sessanta Paesi parteciparono in vari modi alla ricostruzione, al restauro, alla messa in sicurezza, alla ripresa della vita quotidiana. Molte personalità internazionali contribuirono a diffondere la notizia e la gravità della situazione, invitando all’azione e al contributo attivo, ognuno per quanto possibile. E la risposta, corale, concreta, non si fece attendere.
Dal canto loro i toscani tutti, cittadini, imprenditori e lavoratori, insieme a tanti volontari giunti da ogni angolo d’Italia e del mondo, si rimboccarono le maniche per riportare la regione alla normalità e far ripartire le attività economiche, grandi e piccole, sin dalle immediate ore dopo il disastro.
L’alluvione del 1966 fu quindi uno dei momenti più tremendi per il patrimonio delle città e del Paese tutto, ma anche uno dei momenti più alti in termini di solidarietà e di partecipazione della nostra storia. Da quell’esperienza, grazie al contributo di tutti, la Toscana, uscì più forte e più consapevole del proprio ruolo internazionale, e quel preciso modo di affrontare l’emergenza fece scuola nel mondo, per non essere più dimenticato.
Conoscere le alluvioni del passato e come abbiamo reagito ad esse è di importanza fondamentale per affrontare le alluvioni del futuro.
Il Comitato di Coordinamento Toscana2016 promuove in tutta la regione la raccolta della memoria e della documentazione delle alluvioni del 1966 e la loro conoscenza insieme alla comprensione delle alluvioni di oggi e di quelle che ci attendono.
La Toscana ormai da qualche anno è sottoposta a sempre più frequenti eventi meteorici intensi che impattano sulla regione aggredendo un territorio già fragile e vulnerabile. La parola “bomba d’acqua” è nata in Toscana nel giugno 1996 con l’alluvione della Versilia, di cui ricorre nel 2016 il ventennale. Questi cambiamenti climatici aumentano il rischio idraulico delle città e del territorio tutto, i cui sistemi di drenaggio, i ponti, le infrastrutture sono stati dimensionati, a volte in modo non adeguato, per eventi meteorici mediamente meno intensi.
I cambiamenti in atto impongono una riconsiderazione del nostro rapporto con l’acqua non solo colme pericolo ma come risorsa. Alla frequenza che aumenta di eventi meteorici intensi si accompagna una diminuzione delle precipitazioni annuali complessive per la Toscana prevista nei prossimi decenni e delle portate dei corsi d’acqua che da decenni stanno diminuendo: questo significa che è necessario cambiare molti aspetti del nostro rapporto con l’acqua. Il ricordo delle alluvioni del passato, lontano e recente, ci deve aiutare a trovare nuove strade, nuove soluzioni, nuovi comportamenti.